La salute riproduttiva e perinatale dei cavalli è un tema centrale per chi lavora con gli equidi, non solo per il benessere animale ma anche per la sostenibilità economica e sanitaria dell’intera filiera. In questo contesto prende forma EquiPER (sistema di sorveglianza partecipativa delle Pregnancy and Perinatal loss nell’equino in Emilia-Romagna): un progetto ambizioso, ancora in fase embrionale ma con un forte potenziale, che sarà possibile realizzare solo grazie alla partecipazione attiva dei suoi protagonisti: allevatori, proprietari e veterinari.
Il sistema di sorveglianza EquiPER rappresenta l’obiettivo di un progetto di ricerca della dottoressa Ilaria Imposimato, medico veterinario e dottoranda, e della sua supervisor Jole Mariella, professoressa associata e responsabile della Unità di Perinatologia e Riproduzione (un centro che da 25 anni rappresenta un riferimento nazionale per il puledro neonato) del Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie (Dimevet) dell’Università di Bologna. Il progetto si inserisce nel percorso di dottorato di ricerca della dott.ssa Imposimato, attiva sia in ambito clinico che di ricerca, coadiuvata dalla Prof.ssa Mariella e dal Prof. Marco De Nardi (professore associato in malattie infettive degli animali ed epidemiologia, e competente in ambito di sistemi di sorveglianza animale), suoi supervisori. Tra i vari collaboratori del progetto si annoverano inoltre la Prof.ssa Carolina Castagnetti e la dott.ssa Aliai Lanci, con consolidata esperienza nel settore.
EquiPER nasce dalla consapevolezza che in Italia per molte patologie riproduttive e perinatali non esiste un sistema di raccolta e gestione dati consolidato, se non per quelle malattie infettive soggette a obbligo di notifica alle autorità sanitarie (tra cui l’anemia infettiva e l’arterite virale).
Il nome stesso nasce dall’idea di mettere insieme competenze e ruoli: équipe, squadra. Il cuore di EquiPER è la creazione di un sistema di sorveglianza partecipativa regionale, concepito per monitorare in modo continuativo l’incidenza e l’esito delle principali patologie della gravidanza e del periodo perinatale nei cavalli allevati in Emilia-Romagna e aree limitrofe. La sorveglianza partecipativa si baserà sulla raccolta di informazioni direttamente da parte di chi è a contatto con gli animali: allevatori e veterinari. Questi operatori, con un ruolo di “sentinelle” sul campo, sono invitati a segnalare casi di aborto, natimortalità, anomalie congenite o altri eventi di interesse sanitario, con l’obiettivo di produrre dati utili per comprendere frequenze, pattern territoriali e fattori di rischio di fenomeni altrimenti poco documentati. Il modello a cui ci si ispira non è teorico: in Francia un sistema simile esiste già, si chiama RESPE (Réseau d’Epidémio-Surveillance en Pathologie Équine) e coinvolge più di un migliaio di veterinari distribuiti in tutto il Paese. Attraverso piattaforme come VigiRESPE, veterinari, proprietari e gestori possono dichiarare sintomi osservati nei loro animali e consultare in tempo reale informazioni sullo stato sanitario delle diverse aree geografiche. Tramite l’analisi dei dati e condivisione delle informazioni generate con veterinari ed allevatori, EquiPER si pone l’obiettivo di contribuire a migliorare la prevenzione, la gestione delle crisi sanitarie e l’allerta precoce, supportando la filiera equina nel contrasto alle malattie più rilevanti e potenzialmente contagiose. Il progetto considera anche gli aspetti legati alla convivenza tra specie e alle zoonosi: alcune cause di aborto o diarrea possono essere trasmesse all’uomo, come nel caso di salmonellosi. Per questo, un sistema di sorveglianza può aiutare non solo a identificare precocemente i casi, ma anche a migliorare le misure di biosicurezza negli allevamenti.
In Italia molte patologie del puledro e della fattrice rimangono invisibili alle statistiche. Fatta eccezione per le patologie soggette a obbligo di notifica all’ASL, le altre patologie, tra cui aborti, placentiti e patologie congenite del puledro, sono affidate all’esperienza individuale dei singoli veterinari. Considerato che l’impatto economico ed emotivo è spesso significativo per i proprietari, raccogliere informazioni in modo strutturato sulle patologie può essere utile, ad esempio per orientare le scelte riproduttive e prevenire accoppiamenti a rischio, nel caso delle patologie genetiche.
L’idea del progetto parte dall’esperienza clinica e di ricerca dell’Unità di Perinatologia e Riproduzione Equina dell’Università di Bologna fondata dalla Prof.ssa Carolina Castagnetti, un centro di riferimento nazionale che da più di vent’anni gestisce casi complessi di riproduzione e perinatologia equina.
Nella pratica, EquiPER prevederà una fase iniziale fortemente partecipata. Utilizzando i dati già disponibili, il progetto prevede di analizzare retrospettivamente l’andamento delle patologie riproduttive e perinatali, stimando la prevalenza storica di eventi come aborto o natimortalità, e di organizzare incontri con stakeholder per definire insieme le modalità di raccolta dati e gli strumenti digitali più adatti (sito web, moduli online o applicazioni). Un primo evento è rappresentato dal Kick Off Meeting del progetto, organizzato in Dimevet il 7 febbraio 2026, che vedrà la partecipazione di veterinari e allevatori per raccogliere esigenze, criticità e proposte.
Il progetto integra anche una componente di intelligenza artificiale: un esperto di machine learning collaborerà allo sviluppo dell’algoritmo necessario per l’analisi di grandi quantità di dati.
I segnali sul territorio arriveranno da veterinari “sentinella”, ma potranno essere inviati anche dagli stessi allevatori, con un livello di dettaglio scelto da chi partecipa. La privacy sarà garantita: non verranno richieste coordinate precise, basterà la provincia e la descrizione del caso. Foto, informazioni, dettagli sugli stalloni in caso di patologie genetiche: tutto potrà essere condiviso su base volontaria. La parte più complessa, riconosce Imposimato, non è tecnologica ma sociale: convincere le persone a partecipare, spiegare loro l’utilità collettiva e individuale della sorveglianza.
Una volta raccolti, i dati non rimarranno confinati nei server dell’università ma verranno restituiti agli operatori, con report chiari sull’andamento delle patologie, sulle frequenze, sulle tendenze emergenti e sulle aree a maggior rischio. Questo aspetto è fondamentale, perché il progetto non vuole essere un contenitore passivo di segnalazioni, ma un sistema che aiuta concretamente chi lavora sul campo a prendere decisioni più informate.
In Emilia-Romagna, dove alcune malattie come la piroplasmosi sono particolarmente diffuse e dove la riproduzione assistita è ormai uno standard, esiste un terreno fertile per avviare un’iniziativa di questo tipo. Ma le ricadute potrebbero essere molto più ampie e utili a livello nazionale, perché molte delle tecniche, delle pratiche e delle patologie osservate nella regione sono comuni a tutto il territorio italiano.
EquiPER è quindi un progetto che unirà clinica, epidemiologia, tecnologia e partecipazione. Non promette soluzioni facili, ma costruisce uno strumento che mancava: una rete di conoscenze condivise, capace di far dialogare scuderie, veterinari e centri universitari. Un passo avanti per trasformare l’esperienza quotidiana di chi vive accanto ai cavalli in un patrimonio collettivo.
























